Cronologia

La città di Placentia, dal 218 a.C. al 570 d.C.

Atto di fondazione città romana Atto di fondazione città romana

La fondazione

La città, colonia di diritto latino, viene fondata dai romani sulle rive del fiume Po, probabilmente su un preesistente insediamento celtico.
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Battaglia della Trebbia

Sconfitti dall'esercito annibalico, qualche migliaio di legionari sopravvisuti ripara a Piacenza. Magone tenta la presa dell'emporium affacciato sulle rive del Po senza riuscirvi.
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I Galli saccheggiano la città

Amilcare, generale cartaginese rimasto in territorio padano, raduna un esercito gallico ed espugna Piacenza. Secondo Livio sopravvissero solo «duemila uomini appena, in mezzo agli incendi e alle rovine».
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Seconda deduzione

In accoglimento alla richiesta di invio di nuovi coloni, avanzata l'anno precedente al Senato romano, la città venne ripopolata e risanata dei danni subiti durante il saccheggio dei Galli.
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Placentia diventa municipium

In virtù della Lex Julia de civitate, promulgata nel 90 a.C. dal console Lucio Giulio Cesare, i cittadini acquisiscono la piena cittadinanza romana.
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Ascesa al potere di Ottaviano Augusto

E' con l'affermazione del governo proto-imperiale che Placentia viene beneficiata da un secondo apporto di coloni, veterani della fazione augustea, che ne garantiscono la fedeltà al nuovo regime e il titolo di Augusta Placentia.
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Distruzione dell'anfiteatro di Placentia

Durante la guerra civile tra i generali Otone e Vitellio per la successione al trono del defunto Nerone, Placentia, fedele ad Otone, viene attaccata dall’esercito rivale e l’arena lignea, isolata all’esterno delle mura, è data alle fiamme.
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Sconfitta dell'imperatore Aureliano alle porte di Placentia

Un contingente barbarico, formato da Alamanni e Jutungi, saccheggia la città e sconfigge l'esercito imperiale accorso in suo aiuto. E' in seguito a questo scontro che a Placentia viene eretta l'ultima cinta muraria.
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Sant'Antonino viene martirizzato poco distante da Placentia

Soldato imperiale di fede cristiana e futuro Patrono della città, viene decapitato a Travo, località vicina a Placentia. Le sue spoglie sono sepolte nella necropoli attestata lungo un tratto delle mura meridionali della città.
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L'imperatore Avito viene sconfitto a Placentia

Approfittando del malcontento popolare nei confronti di Avito, il generale goto Ricimero e il comes domesticorum Maggioriano, si ribellano e attaccano l'imperatore a Placentia massacrando gran parte del suo esercito.
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Avito viene nominato vescovo di Placentia

Ricimero e Maggioriano risparmiano la vita all'imperatore e, una volta deposto, lo obbligano a farsi consacrare vescovo di Placentia, per mano del vescovo di Milano Eusebio.
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Oreste, generale romano e padre di Romolo Augustolo, viene ucciso da Odoacre a Placentia

Odoacre, generale barbarico a capo di un numeroso esercito di mercenari barbari ribelli, sconfigge Oreste che fugge a Placentia dove, dopo un breve assedio, viene catturato e ucciso.
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Fine dell'Impero Romano d'Occidente

Odoacre depone Romolo Augustolo, figlio di Oreste trucidato a Placentia, determinando la fine dell'Impero Romano d'Occidente.
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Placentia è assediata dall'esercito ostrogoto di Totila

Sullo sfondo delle guerre gotico-bizantine in cui l'Impero Romano d'Oriente tenta la riconquista della Penisola, Placentia, in mani bizantine, dopo un lunghissimo assedio e stremata dalla fame si consegna al generale goto Totila.
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I Longobardi invadono la Penisola

La morte dell'imperatore Giustiniano pone fine all'effimero tentativo bizantino di riconquistare la parte occidentale dell'impero. Di li a poco i Longobardi irromperanno nella Penisola e, anche Placentia, cadrà nelle loro mani.